sembra possibile…
Nei 17 giorni di gare, le olimpiadi hanno portato allo scoperto tutto ciò che non abbiamo mai visto!
Le squadre si allenano da mesi ( anzi anni!!) per questa manifestazione sportiva e, possiamo dire, per un totale di ore paragonabile a quello che un impiegato accumula ogni settimana.
Sacrificio, tensione, coraggio, determinazione, rabbia, delusione ma sopratutto la loro gestione: sono questi i valori a cui abbiamo assistito durante i giochi.
E tutto per un paio di minuti: trascorsi i quali, gli atleti, guardano il tabellone per scoprire la propria qualificazione ed esultare oppure l’eliminazione ed uscire (comunque) a testa alta.
In questa XXX edizione delle olimpiadi altre atlete hanno partecipato con un gusto diverso: pensiamo alla vittoria di Sarah Attar che ha vinto i pregiudizi pur non qualificandosi ai giochi. Grazie a lei la storia è cambiata.
Mentre passano le immagini penso ai continui collegamenti riscontrabili nella vita di tutti i giorni.. lavoro compreso!
Infatti il mondo del lavoro non sembra più rispecchiare gli ideali tanto ricercati dai lavoratori e tramandati ai propri figli. Corretto o no, una simile ricerca oggi è da applicare ad altri elementi, ancora più critici, per il proprio successo..
Stiamo parlando dell’ aver fiducia in sè stessi, della consapevolezza delle proprie capacità, delle competenze acquisite e di quelle non apprese per potersi migliorare.
Lo stesso pensiero mi torna in mente anche in queste settimane, periodi in cui si svolgono le paraolimpiadi.
A qualcuno può “far strano” vederli, e forse per il semplice fatto che il normale è abituato a vedere la persona disabile come l’emarginato a causa dei suoi problemi.
E invece no! Si deve ricredere: Annalisa Minetti, Alex Zanardi, Cecilia Camellini, Roberto Bargna e Assunta Legnante sono, solamente, alcuni degli atleti azzurri che hanno partecipato a questa edizione 2012 e che torneranno a casa con una medaglia al collo. Nonostante i pregiudizi e le difficoltà che nella vita possono aver incontrato.
Dai successi olimpici possiamo capire che rimanendo fermi non otterremmo risultati buoni e meno buoni: si perchè, alla fine, anche quest’ultimi formano!
Spesso molte persone, care e meno care, ci vedono fuori dal podio. Spesso a causa delle difficoltà ci abbattiamo e ci lasciamo abbattere perchè pensiamo sia un sogno impossibile.
Ma per dire di essere veramente fuori, dobbiamo crederci senza farci abbattere e giocarcela fino alla fine: non è impossibile, solo un po’ più complicato del previsto! 🙂
Buon allenamento!
Immagini: google.it
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